Ebbene sì: non tutti i bimbi amano le feste!

Spesso perché non riescono ad affrontare una situazione di gioco libero, immediato e magari sfrenato tipico di queste occasioni.
In genere i casi sono due:

  • il bambino tentenna di fronte al chiasso e all’euforia, ma vorrebbe partecipare pur non osando. In questo caso concediamogli un po’ di tempo per ambientarsi, senza forzarlo. Può succedere che si integri gli ultimi dieci minuti della festa, ma per lui saranno sufficienti, perché scelti spontaneamente e in autonomia. Se poi riusciamo anche a organizzare qualche merenda con un piccolo gruppo di amici, potremo abituare il bambino gradualmente a passare dal piccolo al grande gruppo, anche chiassoso.
  • il bambino si rifiuta drasticamente di partecipare alle feste. In questo caso è meglio assecondarlo: sentirsi costretto a fare qualcosa di non necessario “per il suo bene”, farebbe solo crescere in lui un senso di inadeguatezza ancor più inibente. Rimaniamo in attesa del momento più giusto per lui, che di solito coincide con l’adolescenza, quando i vantaggi della socializzazione (i ragazzi o le ragazze!) sono evidenti e ambìti da tutti! Spesso infatti accade che i bambini più ritrosi diventino i ragazzini più festaioli.

 

Le feste sono un momento eccezionale, in cui anche il gioco come compito istintuale assume caratteristiche diverse:

  1. è un gioco “coatto” e spesso condotto da animatori o con attività prestabilite
  2. l’ambiente è ricco di confusione e di persone che non sempre si conoscono
  3. in genere il bimbo che non gioca attira su di sé le attenzioni negative dei più, circostanza che amplifica i sentimenti di disagio
  4. ci sono molte occasioni di esposizione diretta; es. l’apertura dei regali, momento in cui si ringraziano tutti e tutti li confrontano.

La sorpresa e le incognite di una festa sono aspetti piacevoli per un adulto, ma inquietanti per un bambino. Egli trae piacere dal sapere in anticipo come andranno le cose, perché così sarà preparato e potrà realmente godersi la festa.

Ciò si nota meglio durante le feste comandate, come il Natale. Questa ricorrenza spesso è scandita da riti e abitudini consolidate e ripetitive, che rassicurano il bambino. In questo modo infatti non solo sa cosa aspettarsi, ma lo aspetterà con trepidazione perché in grado di prefigurarsi gli eventi soffermandosi su quello che preferisce (l’addobbo dell’albero, la scoperta dei regali, il pranzo tutti insieme…).

Come non imponiamo a un bambino di cinque anni di mangiare a tutti i costi i broccoli, così non costringiamolo a partecipare alle feste contro la sua volontà: entrambe le cose gli andrebbero di traverso, facendolo disamorare del tutto.
Dott.ssa Elisabetta Rossini
Dott.ssa Elena Urso