La maggior parte di noi si ricorda un pupazzo, un fazzoletto, un gioco che ci ha accompagnato per molto tempo durante l’infanzia. Se ci fermiamo, possiamo ricordare perfino le sensazioni legate a quell’oggetto: affetto e sicurezza. “Quella cosa lì”, scelta da noi, e nessun’altra ci rassicurava nel momento del bisogno, ci rendeva forti di fronte alle difficoltà, ci faceva sentire sicuri e ci teneva compagnia durante notte. Poi, non sappiamo esattamente quando, non ne abbiamo più avuto bisogno.
Di nuovo, come genitori, possiamo notare lo stesso atteggiamento nei nostri bambini. A tutti sarà capitato d pronunciare la fatidica frase: “Guai a perderlo (il peluche, la copertina, la pallina di turno…), se no passiamo la notte in bianco!”. E ad altri sarà anche successo, già in viaggio, di girare l’auto perché l’amato doudou era stato dimenticato a casa, con gravi conseguenze per la serenità familiare!

Prendersi cura dell’oggetto prescelto è un bel gesto nei confronti del nostro bambino, perciò ogni attenzione nei suoi confronti è più che opportuna.

Sì, perché quel giochino apparentemente banale o intercambiabile con altro agli occhi di un adulto è in realtà unico e insostituibile per un bambino, perché è il famoso oggetto transizionale, l’oggetto più importante e prezioso per molti anni nella vita di un bambino (Winnicott, pediatra e psicoanalista inglese)

L’oggetto transizionale:

  1. Si colloca fra il mondo interiore e quello esteriore e fa da tramite tra questi due mondi.
  2. Aiuta il bambino a compiere il passaggio fondamentale DALLA dipendenza totale dalla madre A una primissima forma d’indipendenza; R
  3. ende più sopportabile proprio la separazione dalla mamma. R
  4. assicura il bambino, perché il piccolo NON può esercitare un controllo totale sulla mamma, ma lo può esercitare su questo oggetto.

Ecco perché, ad esempio, è tanto ricercato al momento della nanna, vissuta dai bambini come il momento di distacco e di maggiore vulnerabilità.
Di solito questo oggetto rispetta alcune caratteristiche: è morbido e maneggevole, tale da essere portato alla bocca, accarezzato o manipolato senza difficoltà. I più comuni sono i peluche, fazzoletti o copertine. Talvolta però la scelta ricade su oggetti meno convenzionali, come macchinine, giochi di plastica o anche il cuscino con cui si dorme. Per noi adulti questi ultimi sono meno immediatamente riconoscibili e, per questo motivo, a volte riteniamo che il nostro bambino non abbia un suo oggetto transizionale.

Ricordiamoci sempre questi aspetti:

  • l’oggetto viene scelto dal bambino, ma siamo noi che possiamo offrire ai piccoli un morbido peluche, sempre lo stesso, fin dai primi mesi della loro vita quando è il momento della nanna;
  • accettiamo che si sporchi e non insistiamo con lavaggi troppo frequenti. Per i bambini è molto importante l’odore e l’aspetto che acquisisce col tempo e l’uso. Lavarlo significa cambiarne le caratteristiche in modo disorientante;
  • evitiamo di forzare il distacco. Sarà il bambino a scegliere il momento in cui abbandonarlo. Non c’è una regola universale, né un’età uguale per tutti anche se di solito il distacco avviene dopo l’inizio della scuola elementare. Un giorno, semplicemente, lo dimenticheranno;
  • rispettiamo sempre l’oggetto qualunque cosa sia, non cerchiamo di sostituirlo con un altro gioco per noi più bello. E portiamolo con noi, perché per nostro figlio è necessario;
  • se si rompe, non compriamone uno nuovo UGUALE: sistemiamolo come possibile e lasciamo proprio quello, malconcio e sgualcito, ai nostri bambini, che comunque si accorgerebbero subito della sostituzione!
  • infine, non minacciamo mai, per nessun motivo, di far sparire questo oggetto.

Ecco perché, come si diceva all’inizio, ogni ritardo, dietrofront o affannosa ricerca per recuperare l’oggetto transizionale è tempo ben speso e dimostra profonda cura verso i figli, fino a quando saranno loro a dimenticarsene. E lo faranno quando non avranno più bisogno di quel tramite, che per un po’ tiene il posto alla mamma per quando tornerà dal suo bambino.

Dott.ssa Elisabetta Rossini
Dott. Elena Urso