
La nanna
Il momento del sonno è delicato, perché è il momento della separazione dalla mamma e dal papà e della sospensione di attività molto più divertenti. E’ per questo che i bambini hanno bisogno di essere rassicurati e accompagnati con serenità nel momento della nanna, perché non è facile per loro capirne l’utilità. E soprattutto devono essere certi che all’occorrenza i genitori arrivano!
Ecco perché è sempre giusto rispondere al pianto di un bambino piccolo. Il pianto del bimbo nella culla non è un capriccio o una sfida, è la manifestazione di un bisogno, che supererà crescendo. Se dopo 15 minuti di lacrime e singhiozzi il bambino si addormenta, è perché è sfinito e non perché ha imparato ad addormentarsi bene da solo. Col tempo, inoltre, impariamo anche a distinguere bene tra pianto e versetti: spesso i piccoli nel sonno emettono suoni simili a gemiti o lamenti a cui non è necessario rispondere.
In ogni caso, se il bambino dorme già nella propria stanza, la cosa migliore è consolarlo nel suo letto o nella sua camera, in modo che questi ambienti diventino familiari e rassicuranti. E’ preferibile, infatti, non accendere luci troppo forti e portare il bambino in giro per casa, sperando che si riaddormenti, perché troppi stimoli potrebbero rendere più difficile il suo riaddormentarsi. Lettino o stanza devono essere associati a momenti confortanti e amorevoli, cosicché i bambini imparino pian piano a trovarvi consolazione in modo autonomo.
E’ indubbia la bellezza di dormire col proprio piccolo accanto come è indubbia la comodità di non doversi alzare in continuazione soprattutto nei primi mesi. Qualcuno preferisce fare questo passo dopo i primi mesi e qualcun altro aspettare un po’ di più. In ogni caso è un passaggio che deve avvenire e l’anno di età può essere un buon momento: per un bambino, anche questa è una grande conquista per l’autonomia, proprio come imparare a camminare o a mangiare da solo!
Per facilitare questo passaggio può essere utile giocare nella cameretta del bambino durante il giorno. In questo modo il piccolo diventerà padrone di quello spazio, lo considererà un luogo accogliente e piacevole e lo riconoscerà come familiare. Lasciamogli una lucina per la notte, cosicché il buio faccia meno paura.
Al momento della nanna, accompagniamolo a letto e rimaniamo vicino a lui, raccontandogli una fiaba o costruendo un rito tutto speciale.
Se appena ci allontaniamo, si risveglia, torniamo indietro e accarezziamolo per rassicurarlo. Diciamogli che se ha bisogno può chiamare la mamma o il papà, che sono nell’altra stanza. All’inizio potrebbe chiamare spesso, rispondiamo con pazienza: il bambino deve verificare che è vero quello che gli abbiamo detto.
Ricapitolando: possiamo in tutta tranquillità goderci i figli, consapevoli del fatto che il momento del distacco deve arrivare e potrà presentare delle criticità. Come per tante altre cose, ricordiamoci che siamo noi adulti a sapere in anticipo cosa accadrà, quindi prepariamoci a questo importante cambiamento con calma e serenità! Per il resto, come insegniamo a un bambino a camminare, aiutandolo a rialzarsi quando cade, così insegniamo al nostro piccolo a dormire e sosteniamolo nelle “cadute”.
Perdere il sonno è snervante, lo sappiamo bene!
- mamma e papà devono essere uniti e aiutarsi; come sempre è meglio concordare prima “un piano d’azione comune” e poi attenersi a quello in modo coerente;
- stabiliamo una ritualità prima di dormire (canzoncina, fiaba, luci abbassate, saluti a tutti…) e ripetiamo la stessa sequenza ogni sera; i bambini piccoli non hanno la concezione del tempo e per loro la nanna arriva sempre all’improvviso! Se ripetiamo le stesse azioni, però, impareranno presto ad associare certe attività all’ora della nanna;
- favoriamo il pisolino pomeridiano: non è vero che se il bimbo dorme di pomeriggio arriva a sera meno stanco e quindi con meno sonno. Al contrario sarà più rilassato, meno “adrenalinico” e si addormenterà più facilmente;
- un’ora prima circa di metterlo a letto sospendiamo ogni attività eccitante (evitiamo i rumori troppo forti, i giochi troppo movimentati…);
- una volta adagiato nel lettino, coccoliamolo, leggiamogli una storia e, quando è il momento, salutiamolo dolcemente, ma con decisione e lasciamo la stanza. Se il bambino sente che i genitori esitano, è legittimato a ritenere che quel distacco sia da evitare;
- quando e se inizia a piangere, rientriamo e prendiamogli la manina, coccoliamolo; lasciamolo calmare in nostra presenza mantenendo un contatto, finché non si tranquillizza.
- può essere utile iniziare a far dormire il proprio bambino nella sua stanza durante il sonnellino pomeridiano, per abituarlo così in modo dolce alla “nanna lunga”.
- lasciamo il pupazzo preferito del nostro bambino nel suo lettino, perché questo lo aiuterà ad affrontare il distacco: sarà il suo doudou ad essere coraggioso per lui!
- ricordiamoci infine che, anche una volta cresciuti, i bambini possono vivere dei momenti in cui hanno paura a rimanere da soli nella loro cameretta. Prendiamo sempre sul serio le loro emozioni e, se ci chiedono di controllare che non ci siano mostri, facciamolo con scrupolo e precisione!
Teniamo presente che è meglio evitare situazioni troppo rigide e angoscianti per genitori e bambini. Nonostante tutte le difficoltà, il momento della nanna è sicuramente un momento di grande affettività, attraverso il quale il piccolo fa un grande passo verso la conquista dell’autonomia.
Dott.ssa Elisabetta Rossini
Dott.ssa Elena Urso